Ottobre 26, 2025

Architettura e innovazione: cosa cambia nella costruzione delle chiese da qui al 2050?

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Architettura e innovazione: cosa cambia nella costruzione delle chiese da qui al 2050?

Come si costruiscono le chiese oggi? Quali sono le scelte di progettisti e architetti per realizzare un mix di arte sacra e innovazione edilizia? All’estero ci sono esempi grandiosi di come la costruzione di un edificio di culto possa essere insieme un atto spirituale e un impegno molto terreno.

La Sagrada Familia è in costruzione da più di 140 anni. In Giappone esistono templi buddhisti progettati da archistar. E in Italia? Anche nel nostro Paese, costruire una chiesa è un’impresa che richiede non solo fede, ma anche competenze tecniche e fantasia. Scopri le curiosità dietro i nuovi luoghi di culto italiani.

Quali sono le sfide del prossimo futuro per gli edifici sacri?

Che si tratti di una parrocchia di quartiere o di una cattedrale cittadina, ogni luogo di culto è il risultato di una sintesi tra fede, funzione e forma.

Quando si avvia la costruzione di una chiesa occorre considerare i valori simbolici, ma anche aspetti molto concreti: materiali, permessi e inserimento nel paesaggio circostante. Le diocesi, i comuni e gli studi di architettura lavorano spesso in sinergia per rispondere a domande come:

  • È necessario un campanile?
  • L’aula liturgica deve ospitare anche eventi culturali?
  • Quali sono i migliori materiali dal punto di vista della sostenibilità e durabilità?
  • Come coniugare acustica, sicurezza e accessibilità?

In base alle risposte emergono le variabili che determinano il risultato finale e che influenzano la spesa complessiva. Su questo aspetto Edilnet.it ha pubblicato un’analisi dei costi per la costruzione di una chiesa: una guida con degli esempi e le voci di prezzo.

Costruire una chiesa: elementi architettonici che fanno la differenza

Cosa distingue oggi una chiesa contemporanea da un qualsiasi altro edificio pubblico? La risposta non è solo simbolica, ma anche architettonica. Le nuove chiese italiane, sempre più spesso inserite in contesti urbani e paesaggistici complessi, cercano di coniugare spiritualità, funzione e linguaggio formale.

Uno dei tratti più affascinanti del panorama architettonico sacro attuale è la rilettura di elementi tradizionali:

  • Il portico sostenuto da colonne, elemento iconico dell’architettura ecclesiastica, trova nuove declinazioni. Nel progetto secondo classificato per la chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Oppido Lucano, presentato dal gruppo coordinato dall’ingegner Rocco Michele Giacinto, viene proposto un edificio lineare con porticato che ospita i servizi parrocchiali e abbraccia il volume della chiesa. La soluzione interpreta il portico come elemento di connessione e accoglienza, attraverso un linguaggio sobrio e funzionale.
  • Nella chiesa di San Giovanni Battista a Lecce (quartiere Stadio), consacrata nel 2002, il presbiterio è dominato da una grande struttura conica in rame brunito sospesa al soffitto, che simboleggia la dimora del Signore. Pur non essendo un ciborio nel senso canonico, questa presenza architettonica assolve a una funzione simbolica analoga, guidando lo sguardo verso l’altare e sottolineandone la centralità liturgica.
  • L’utilizzo di vetro strutturale, acciaio corten e calcestruzzo a vista, spesso abbinato a linee geometriche pure e spazi modulabili. Esempi significativi si trovano nella chiesa di Santa Maria Goretti a Mormanno (progetto di Mario Cucinella Architects), dove la materia “grezza” si fonde con un impianto narrativo che richiama il gesto della preghiera.

In questo panorama, ogni nuovo progetto rappresenta un’occasione per ridefinire la relazione tra uomo, rito e costruzione.

Nuove chiese in Italia: il segno dei tempi

In Italia, la costruzione di chiese nuove segue una duplice tendenza: da un lato si conservano forme classiche, come navate a croce latina, facciate in laterizio e porticati con colonne e dall’altro emergono approcci sperimentali.

E così mentre alcuni edifici di culto sembrano gallerie d’arte o spazi polifunzionali, per i quali i progettisti possono contare su budget a diversi zeri, in altri casi si punta all’essenziale con l’implementazione di nuove tecniche.

È il caso delle chiese prefabbricate: si montano in 30 giorni (o anche meno) e sono pronte per la liturgia. Sono adottate spesso in contesti di emergenza o di ricostruzione post-sisma e vengono costruite con moduli in legno lamellare, acciaio o pannelli coibentati, preassemblati in fabbrica e poi montati in loco.

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